venerdì 28 aprile 2017

PER UNA CITTA’ SOLIDA

Il risultato dei primi incontri tematici della stesura partecipata del programma... siamo in attesa di sempre più spunti, idee e critiche, si tratta di un lavoro collettivo che diventa sempre più completo e importante man mano che aumenta la partecipazione attiva di più persone ed è a disposizione della collettività tutta...

LAVORO
Da posti di lavoro a creazione di lavoro
L’Italia negli ultimi 20 anni ha avuto un processo di trasformazione, da paese produttore è diventato un grande negozio a cielo aperto da nord a sud. Una lunga vetrina ininterrotta in cui sono venduti prodotti, perlopiù realizzati altrove. Le conseguenze sono evidenti: le fabbriche e le industrie vanno (o sono andate) via, sono nati grossi centri commerciali, sono spariti i negozietti, nei centri commerciali le persone sono sfruttate e ricattate, etc. L’Italia tutta si è impoverita. Le risorse sono andate via, a pagare i prodotti esteri venduti qui. Così il lavoro è cambiato. Non ci sono più che poche grandi industrie con molti lavoratori. Incomincia a frammentarsi l’occupazione in tante piccole realtà imprenditoriali, monodimensionali (partite iva) o comunque di piccole dimensioni. Ma ancora non siamo culturalmente pronti e da questo processo difficilmente si tornerà indietro.
Così occorre attrezzarsi ad un mondo del lavoro nuovo, diverso da prima. Occorre sviluppare cultura e servizi non più per la ricerca di lavoro (cioè di posti di lavoro, che tanto non ci sono), ma per la creazione del lavoro, per aiutare le persone a crearsi un lavoro…. E spazi ce ne sono moltissimi e sempre di più. Occorre solo cambiare l’ottica… da aspettare un posto di lavoro… a progettare e costruirsi il lavoro. Il mondo del lavoro che c’era prima non c’è più e non tornerà più indietro. Non importa se siamo d’accordo o no, ma questo è un dato di fatto. Quindi occorre pensare a questo nuovo sistema del lavoro e a come sostenerlo. La filiera agroalimentare ha dimostrato una maggiore capacità di reggere alla crisi, ma è illusorio pensare che questo settore possa garantire un significativo sviluppo occupazionale. Va ripensata un’idea forte intorno alla quale far crescere una nuova filiera produttiva. Al Paese e ad Asti servono nuove professioni che sappiano legare lo sviluppo al territorio
necessità del tavolo “PIANO STRATEGICO ASTI” con pianificazione partecipata per realizzare un progetto a lunga durata
Idea guida: puntare sulle energie rinnovabili con la possibilità di utilizzare siti industriali dismessi o in via di dismissione e sugli interventi per favorire il risparmio energetico.
Cittadella dell’energia. Formazione e riqualificazione, polo di ricerca sui nuovi materiali. All’interno di questa struttura concorrere a far atterrare e decollare attività produttive legate alla produzione di energia da fonti rinnovabili e al risparmio energetico (dai pannelli fotovoltaici ai materiali per l’edilizia). Accanto all’attività produttiva vera e propria andranno sviluppati percorsi di formazione e di riqualificazione per lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. L’elemento decisivo però dovrà essere costituito dalla creazione di un polo di ricerca sui nuovi materiali per il risparmio energetico e per la produzione di energia.
È ancora possibile creare opportunità occupazionali sviluppando ulteriormente il sistema della raccolta differenziata e avviando nuovi processi di valorizzazione dei materiali raccolti, dalla lavorazione della plastica a quella del vetro, dal recupero e riassemblaggio dei materiali informatici all’ulteriore valorizzazione della raccolta dell’organico con la produzione di terricci per l’ortoflorovivaismo.
Favorire gli interventi necessari per arginare il dissesto idrogeologico e la manutenzione attivando progetti di recupero del territorio. Promuovere l’efficientamento energetico. Tutte queste operazioni rispondono anche alla necessità di elaborare nuove proposte per intervenire sulla crisi nel settore edile presente sul nostro territorio
investire in nuove tecnologie e HiTec,
sostenere quelle attività artigianali e della piccola industria della meccanica di alta precisione e per l’enologia, individuando con gli stessi imprenditori possibili forme di sviluppo
creare nuove professioni, favorendo start-up anche per la ricerca di finanziamenti
studiare nuovi modelli di sviluppo per questo territorio, che creino nuove opportunità di formazione e lavoro come l’imprenditoria agricola anche per giovani in forme consorziate
Promuovere nei giovani le Botteghe artigianali (nell’Enofila) con il progetto “DAMMI UNA MANO”, spazi enogastronomci etnici nella zona della movida astigiana con il progetto “MANGIARE ETNICO”, favorendo e agevolando gli investimenti degli stessi proponenti (vedere capitolo: UN’IDEA SUL CIELO DI ASTI )
Il settore del turismo può offrire possibilità occupazionali di vario genere, ma principalmente in forma imprenditoriale singola o consociata, occorre in ogni caso una competenza eccellente  nello  specifico ambito individuato.
Una ottima conoscenza delle lingue straniere risulta determinante per coloro che vorrebbero cimentarsi in questo settore, la scuola può offrire opportunità, ma non sempre esistono corsi per giovani e adulti non più studenti, valutare se, come sta realizzando l’Utea, non si possano creare forme di insegnamento particolari grazie alla presenza sul nostro territorio di stranieri con predisposizione all’insegnamento, magari non riconosciuto, ma che rispondono alle esigenze di molte persone non disponibili a sostenere le spese di un corso legalmente riconosciuto.
Attivare processi di semplificazione, negli uffici comunali e non solo, dando tempi certi per le pratiche amministrative, di fornitura dei servizi e di facilitazione per i nuovi insediamenti e per le richieste di nuove attività
Attivare le reti di finanziamento previste portandone a conoscenza i possibili fruitori, per tentare con serietà e concretezza di innescare un volano di sviluppo locale

COMMERCIO
necessità del tavolo “PIANO STRATEGICO ASTI” con pianificazione partecipata per realizzare un progetto a lunga durata
verifica utilità di altri insediamenti della grande distribuzione
orari e giorni dei mercati in tutta la città da concordare, sviluppando la filiera del km 0
valorizzazione con specificità dei mercati p.za Catena e Statuto con vendita di prodotti enologici e interventi di risistemazione e arredo urbano
riprogettazione aree, vie e qualità dei mercatini di natale e dei mercati stagionali (vedere capitolo turismo)
favorire insediamenti anche temporanei nei locali commerciali sfitti nel centro storico con particolare attenzione alle fasce deboli con l’obiettivo della rivitalizzazione di queste aree  spazi da dare in gestione a diverse associazioni che offrano servizi alla comunità (esempio: asilo nido, doposcuola, attività relative al benessere  e al movimento, etc.) anche nelle strutture già esistenti, http://www.fhs.it/progetti/residenze/cenni-di-cambiamento/)
sviluppare interventi sul problema delle locazioni commerciali allo scopo di migliorare e caratterizzare con produzioni italiane il mix merceologico del centro storico;
riutilizzo del vecchio ospedale, previo tavolo di accordo e di sollecitazione alla Regione per avviare nuovi insediamenti sull’area dismessa, tramite project financing o altre forme di intervento che vedano i privati attirati  nell’investimento. Si ipotizza l’abbattimento di tutte le parti realizzate in epoche successive per favorire la creazione di attività commerciali di eccellenza con grandi marchi italiani e non ancora presenti sul nostro territorio, la possibilità di un’attività ricettiva di alta qualità con centro benessere, si ritiene che la struttura possa essere completamente messa a disposizione di privati, ritornando poi all’Ente proprietario dopo un numero di anni calcolato in base all’intervento strutturale realizzato
mercato coperto: inserimento enoteca (vini e vermouth caratteristica tipica della nostra zona), promuovere vendita cibo take-way, con spazio esterno predisposto con tavoli e sedie  periodo marzo /ottobre
mercato coperto: scelta condivisa sull’utilizzo dello spazio ex croce verde per poterne avviare le modalità di assegnazione in base all’attività indicata, dando priorità all’imprenditoria giovanile di persone residenti in Asti
mantenere attivo il tavolo con il turismo per sviluppare un’offerta mirata anche al benessere del visitatore e alle sue esigenze

AGRICOLTURA
promuovere imprenditoria agricola giovanile e associata sia orticola che frutticola
Area mercatale: far incontrare produttori/consumatori, Km 0 + intermediazione 0.
progetto di valorizzazione dell’”anello verde” intorno alla città   che individua precisi ambiti di intervento per ridare slancio all’attività agricola delle ventine (studio realizzato per conto del Comune di Asti dal Centro Studi sulla collina).
Il rilancio del settore agricolo deve passare anche dallo stop al consumo di suolo
Studiare ed attivare sinergie per rimuovere il veto relativo alla estensione della zona di produzione dell’Asti
All’interno delle collaborazioni con i nuovi organi nelle frazioni/ventine mappare le situazioni di degrado e di inattività agricola per incentivarne il riutilizzo anche con proposte di affidamento a cooperative sociali
Mantenimento delle aree boschive: tenuto conto dei molti appezzamenti a bosco lasciati all’incuria, verificare la fattibilità di interventi tramite nuove forme di imprenditoria che possano concordare possibilità di intervento con le proprietà e con l’Amministrazione come sistema di  collegamento tra proprietari e tagliaboschi
Aziende vinicole esistenti: pur coscienti che il numero dei produttori locali è ridotto, occorre promuovere queste realtà  mettendole in rete, sviluppando forme di collaborazione per l’utilizzo dei loro prodotti per omaggi e rinfreschi
Avviare collaborazioni con scuola alberghiera, sommelier e assaggiatori di vino per valorizzazione delle rispettive competenze e promozione tramite iniziative dell’Amministrazione Informare sui corsi organizzati per sommelier e assaggiatori di vino

SALUTE
Sanità: i cittadini rilevano quotidianamente le gravi carenze della sanità. La figura del Sindaco, soprattutto del Comune Capoluogo, riveste grande importanza e capacità di intervento, stabilita dalla legge, sulle questioni della sanità. Possibilità di intervento non solo consultiva ma anche propositiva verso la Regione. Asti e il suo territorio hanno pagato un prezzo considerevole alle politiche di risanamento portate avanti dalla Regione dopo il dissesto economico della Giunta leghista Cota (3 Assessori che si sono avvicendati nella funzione regionale più importante). Oggi per Asti non sono più possibili politiche di riduzione dei servizi offerti. Il nostro territorio provinciale presenta un solo Ospedale, il Massaia, dopo che l’Ospedale di Nizza è stato ridimensionato a Presidio territoriale con l’eliminazione di posti letto per acuti. Quindi una riduzione di posti letto che si riverbera su Asti che, a livello regionale, presenta l’indice popolazione/posti letto più bassa del Piemonte.
Per intasare meno l’Ospedale occorre portare i servizi a casa di chi ha bisogno e non fare confluire tutto sull’Ospedale con il rischio di ridurre la qualità dei servizi. Quindi il Sindaco si impegnerà per avere più servizi decentrati, per avere più assistenza infermieristica domiciliare, per avere più cure palliative e contro il dolore per i malati oncologici, per avere più servizi a domicilio. Se le famiglie sono ben supportate non scaricano i pazienti all’Ospedale determinando intasamento del Pronto Soccorso e lunghe occupazioni di posti letto con grave incremento dei costi. A questo obiettivo di decentramento può concorrere quella cooperazione sociale e quell’Associazionismo sussidiarie ad una socialità diffusa e concreta presenti nella nostra città.
Da anni il Pronto Soccorso del Massaia si dibatte in problemi di sovraffollamento. Tale sovraffollamento deriva, in particolare, da tre cause: l’invecchiamento della popolazione, la mancanza di posti letto al Massaia (ulteriormente ridotti dalla trasformazione di Nizza persi 40 e recuperati su Asti 12), la necessità di avere più distrettualizzazione sui territori. In tal senso le nostre proposte sono chiare. Occorre però un salto di qualità per il nostro P.S. per essere rispettosi della dignità delle persone che vi arrivano, in particolare nel periodo di massimo afflusso (mesi invernali), verificando se la  gestione dei codici di urgenza in accesso e messa in atto funzioni; i flussi devono essere distinti: quelli meno urgenti devono avere una diversa risposta e devono anche avere “una logistica” (ristrutturazione dei locali) diversi. Tale separazione dei percorsi potrebbe snellire flussi e modalità di accesso. In ogni caso La situazione del P.S. non potrà migliorare,come indicato,soprattutto nei periodi di massimo affollamento, se la gestione dei posti letto nei reparti (accettazione/dimissioni) non terrà conto delle difficoltà del Pronto Soccorso.
CASA DI RIPOSO CITTA’ DI ASTI: occorre capire se, effettivamente l’inversione di tendenza sul grave indebitamento denunciato poco tempo fa stia rientrando. Vogliamo poi una garanzia concreta da Asl Asti e Regione sulla convenzione relativa ai posti di lungo degenza predisposti con ristrutturazione dalla Casa di Risposo e sotto utilizzati, per mancato invio dei pazienti dalla Asl, determinando, in tal modo, una delle cause di indebitamento. La Casa di riposo deve poi essere potenziata sia dal punto medico sia dal punto di vista infermieristico per evitare che i degenti siano scaricati con troppa facilità al Pronto Soccorso del Massaia. Si propone inoltre di avviare quel progetto già intrapreso in precedenza di realizzare mini alloggi, in affitto, per anziani autosufficienti

CASA
La drammaticità della crisi che stiamo attraversando la si legge anche nel numero crescente di cittadini che si rivolgono ai servizi sociali e alla Caritas. L’aspetto mediaticamente più evidente di questa crisi è rappresentato dall’emergenza abitativa, grazie anche all’attivismo dei volontari che da anni seguono nella nostra città questo problema.
Deve avviarsi un piano per acquisire alla disponibilità dell’amministrazione comunale un parco alloggi, pubblici e privati, in grado di rispondere alle emergenze, a patto che non si ricorra a nuove costruzioni. La città non può permettersi altro consumo di territorio risultano in città circa 2000 alloggi sfitti. Nello stesso tempo, debba essere costituito un fondo di rotazione attraverso un progetto da realizzarsi tra amministrazione,Istituti Bancari e fondazioni, che aiuti le famiglie in difficoltà a onorare l’affitto di casa.
Incoraggiare l’inclusione sociale attraverso le scelte urbanistiche. Ad esempio riqualificare edifici in disuso per offrire un mix di alloggi di edilizia popolare, a canone calmierato e a canone di mercato. Sarebbe interessante coinvolgere la Fondazione Housing Sociale per aver idee e spunti di riflessione (http://www.fhs.it/)  con il Fondo Abitare Sostenibile Piemonte
Deve essere realizzato un pacchetto di servizi ad accesso gratuito per le persone in difficoltà economica, una sorta di reddito di cittadinanza che consenta a tutti di fare e sentirsi parte della comunità come descritto nelle premesse a questo programma.
La politica del Comune per i Servizi Sociali deve tener conto dei problemi quotidiani e non solo delle emergenze. I minori, i disabili, gli anziani soli, gli immigrati precari esistono tutti i giorni e hanno bisogno di supporto per sopravvivere e per non trovarsi a spostare il problema dell’aiuto sociale a un problema sanitario, finendo per trovare ascolto, comunque insufficiente, solo quando, a causa della propria condizione disagiata, diventano ammalati. Occorre un censimento del disagio sociale e un progetto di aiuto mirato ai bisogni effettivi delle persone in difficoltà
Valutare il problema delle occupazioni e delle tensioni che si creano con la collettività, l’Amministrazione deve fare opera di mediazione e intervenire con le proprietà pubbliche o private mantenendo nei confronti degli occupanti rispetto per le situazioni sociali e di emergenza che si trovano a vivere
Avviare un progetto per la realizzazione di strutture abitative adeguate per persone disabili, anziani autosufficienti, inserite in un contesto di vita quotidiana con spazi comuni e famiglie giovani (vedere nel dettaglio il progetto “hai bisogno? ”) con il possibile riutilizzo della ex- maternità in alternativa allo spostamento, se inserito in un progetto sull’edilizia scolastica prevista dal tavolo “PIANO STRATEGICO ASTI” dell’ISTITUTO CASTIGLIANO e dell’ISTITUTO D’ARTE in quella struttura

SITUAZIONI DI EMERGENZA
Eventi calamitosi: dotarsi dei sistemi di comunicazione con aggiornamenti periodici già avviati in precedenza per informazioni alla popolazione
Eventi calamitosi: sensibilizzare le scuole alle prove di emergenza con cadenza periodica e avviare iniziative in base alle varie fasi di età per far crescere la capacità di affrontare situazioni particolari
Eventi calamitosi: fornire alla popolazione annualmente in abbinamento alla consegna di comunicazioni le planimetrie del piano sulle emergenze
Eventi calamitosi: avviare con ASP uno studio sulle azioni da intraprendere in situazioni di emergenza
Eventi calamitosi; proseguire con le associazioni di volontariato del settore nell’opera di sensibilizzazione alle tematiche sull’emergenza con campi estivi per bambini e ragazzi in collaborazione con VVFF e altre associazioni che si occupano di attività educative
Sgombero neve: predisporre con ASP un nuovo piano neve gestito dalla partecipata con maggiore utilizzo di mezzi e personale sia quello utilizzato per la pulizia delle strade che incaricato per l’occasione

giovedì 27 aprile 2017

IL LAVORO

Proseguono gli incontri di approfondimento su tematiche vissute quotidianamente. L’obiettivo è sempre quello di mirare ad una partecipazione attiva delle persone, la tematica che si affronterà
GIOVEDI’ 4 MAGGIO alle ore 21 presso l’ex sala consiliare, ora sala Platone, in municipio sarà:
IL LAVORO

-  PRESERVARE QUELLO ESISTENTE
-  CREARE  NUOVA OCCUPAZIONE
-  LEGARE SVILUPPO E TERRITORIO

La presenza di Passarino sarà unicamente quella di ascolto e di attivatore  per una riflessione pubblica sull’argomento. Verranno raccolti e condivisi, i contributi dalle organizzazioni sindacali, dal mondo imprenditoriale, da start up locali e dai cittadini.  La conoscenza dei punti critici, le richieste e gli eventuali elementi favorevoli si ritiene possano permettere di affrontare o riflettere successivamente sull’argomento con piu’ sensibilità e conoscenza.

lunedì 24 aprile 2017

Le mie risposte ad AltritASTI


DOMANDA n° 1
Inquinamento atmosferico urbano: Asti è fuorilegge da anni per gli sforamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana dal Pm-10. Noi riteniamo che risolvere questo grave pericolo debba essere la priorità essenziale della prossima amministrazione.
Per intervenire occorre un progetto strategico che tocchi tutta la città, la mobilità urbana, l'intera dimensione della comunità. E allora domandiamo ai candidati Sindaci se sono d'accordo con questa nostra visione prioritaria e come intendano muoversi nei primi 100 giorni del loro eventuale mandato (nel senso di "cosa faranno in termini concreti").

BEPPE PASSARINO
Rispondo volentieri ai vostri quesiti, facendo una piccola premessa che riguarda la scadenza dei 100 giorni. Non ritengo di poter soddisfare tale richiesta in quanto il mio programma prevede una progettazione partecipata che si articola con le modalità sottodescritte:

Situazione
Quando ritorniamo da un’altra città, anche italiana, la prima impressione che si sente è che Asti è immobile, ferma, bloccata. Asti guarda al suo passato, gloriandosene. Asti tocca il suo presente, lamentandosene ma in nessun modo Asti sogna e non costruisce il suo futuro. Così non c’è una visione della città tra 10/20 anni. Non c’è. Non si parla, non si discute del futuro di questa città, se non in campagna elettorale. Questa città è così, è sempre stata così e sempre sarà così; ferma, immobile. 
Progettare il futuro della città: SISTEMA ASTI
Rafforzamento della città > Trasformazione della città > Sviluppo della città.
Andando a lavorare su queste 3 linee differenti, ma non come Pubblica Amministrazione, bensì come “Sistema Asti”, in cui l’Amministrazione può avere il compito di promotore, organizzatore, facilitatore, attivatore. Così occorre arrivare a mettere in movimento una Pianificazione Strategica Partecipata in città, con la città. Come fare?
Prima cosa, ci vuole un tempo: almeno 3 anni di Pianificazione Strategica Partecipata, in cui la città in tutte le sue componenti progetta il tipo a cui intende arrivare ad essere tra 10-20 anni. Con tutte le realtà della città, prima costruire una visione condivisa della città tra 10-20 anni e poi pianificare insieme, settore per settore e poi in modo integrato, le azioni per arrivarci.
Questo processo di Pianificazione Strategica Partecipata è un processo lungo e profondo, con una valenza profondamente pedagogica, ma anche sociale e culturale evidente.
Asti tutta, progetta il suo futuro. Ci vorranno 3 anni, ma si può fare. C’è tutto quello che serve, tutto, manca solo una cosa: la volontà politica. Questa è la vera emergenza della città. Nulla è più importante di questo perché dentro questo ci sono tutti i problemi che la gente vive; non sono fuori, non sono esclusi anzi, da questo processo di Pianificazione Strategica Partecipata, vengono poi fuori anche tutte le risorse che servono e che oggi sono nel sottobosco, latenti, disperse o non attivate.
Nella prima fase del mandato amministrativo, al termine della campagna elettorale, mentre si avvia il processo di pianificazione strategica partecipata Sistema Asti, la città ha bisogno di azioni concrete, in base alle esigenze, ai nodi critici che i cittadini stessi hanno già rilevato e vivono quotidianamente sulla loro pelle. Tali interventi possono avere priorità diverse da quelle inizialmente individuate e ora qui descritte nel Programma elettorale, in quanto il continuo contributo di suggerimenti, ne sancirà l’importanza. 
Riprendendo la domanda formulata rispondo con l’estrapolazione delle parti del programma che si riferiscono alle tematiche in oggetto, facendo presente che le azioni intraprese verranno valutate nello stesso tavolo che svilupperà il piano strategico di Asti e che terranno conto del XII Rapporto (2016) ISPRA Stato dell’Ambiente (indicatomi da una giovane astigiana che lavora in Lussemburgo) con le buone pratiche attivate da molti comuni e che verrà diffuso tra gli addetti ai lavori per far crescere, con lungimiranza, Asti nel rispetto del suo territorio.

AMBIENTE:
Vari enti come ARPA, ISPRA hanno rilevato la presenza del componente cancerogeno del glifosato nelle acque di superficie, di atrazina ecc. Le percentuali dei principali inquinanti in aria sono diminuite solo in presenza di intense piogge; le limitate scelte delle amministrazioni non sono servite a ridurre l'effetto serra, ma neanche gli inquinanti, anzi si rileva un incremento delle micro polveri PM 2,5 non solo in Asti, ma anche  in  comuni più piccoli come San Damiano, Canelli, Nizza; dunque necessità del tavolo “Sistema Asti” con pianificazione partecipata per realizzare un progetto a lunga durata anche riavviando il processo di “Agenda 21” per valutare se e come:
- estendere le ZTL;
- creare  una vera area pedonale nel centro storico
- come e dove cambiare il piano regolatore per impedire nuove costruzioni, ma progettando la ristrutturazione degli edifici abbandonati e vuoti. Con l'obbiettivo ambizioso di risanare la città dall'inquinamento, promuovendo anche l’efficientamento energetico.
- ottenere finanziamenti EU, con il progetto PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile) approvato dall’attuale giunta.
- vanno concesse agevolazioni per la coibentazione dei condomini, riducendo i costi per il riscaldamento, l'illuminazione, installando sistemi con pannelli solari termici e FV combinati con pompe di calore, valutando se e dove possibile usare la geotermia.
- ridurre i consumi elettrici per l'illuminazione delle strade e i consumi per il riscaldamento di tutti gli edifici pubblici, uffici, scuole e locali ASL.
- proporre ad aziende produttrici di sistemi per la coibentazione e le fonti energetiche rinnovabili la realizzazione dei prodotti in loco mettendo a disposizione i locali dismessi diffusi sul territorio.
- proporre la realizzazione di almeno 4 piste ciclabili che dalla periferia raggiungano il centro, collegate alle piste esterne, come il progetto Vento.
- verificare costantemente la presenza delle micro polveri, ma sensibilizzare i genitori ad accompagnare i figli a scuola a piedi, in qualunque caso disincentivare la fermata proprio nei pressi delle scuole stesse.
- ricordare il progetto di COP 21 per ridurre i gas serra. Limitare le emissioni di gas clima alteranti.
- creare  una rete di piste ciclabili, pensata come modalità di mobilità cittadina e non come semplice elemento di svago festivo;
- avviare procedure per la ricerca di finanziamenti per l’acquisto di auto elettriche sia nella pubblica amministrazione che per i privati con particolare attenzione agli anziani.

TRASPORTI
La qualità dell’aria cittadina è una delle peggiori d’Italia anche per un sistema di mobilità tutto centrato sui veicoli privati.
- necessità del tavolo “Sistema Asti” con pianificazione partecipata per realizzare un progetto a lunga durata.
- occorre ridefinire un sistema di trasporto pubblico mirato alle nuove esigenze della città anche a seguito del tavolo partecipato. Uno  studio di qualche anno fa della Provincia sulla mobilità da e per la zona industriale di c.so Alessandria indica che il 77 % dei lavoratori si reca al lavoro in macchina per tragitti inferiori ai 7 Km, anche perché il servizio di trasporto pubblico (la linea 3) è giudicato inadeguato e non raggiunge la zona di Quarto e della vetreria. 
- zone di grande espansione della città, come il quartiere di San Fedele con oltre 3.000 abitanti, hanno una linea con una corsa ogni 1,5-2 ore.  
- l’età media dei residenti in Asti è sempre più alta; è quindi è necessario adeguare i trasporti alle loro esigenze proponendo un biglietto gratuito per le pensioni minime e senza altri redditi e un abbonamento a 20 euro anno, per gli studenti. Bisogna utilizzare gran parte dei proventi dei parcheggi a pagamento per migliorare il trasporto pubblico, realizzando percorsi privilegiati da e per i quartieri periferici.
- richiesta di verifica dei passaggi e del numero di corse in base alla effettivo utilizzo del mezzo pubblico. 
- ricerca delle esperienze italiane con copertura di spesa per incentivare l’uso del trasporto pubblico.

MOBILITA’
Necessità del tavolo “Sistema Asti” con pianificazione partecipata per realizzare un progetto a lunga durata sia sul piano del traffico che di scelta sull’utilizzo dei mezzi privati con collaborazione delle giovani generazioni (è loro il futuro!) e conseguente avviamento di procedure di consultazione pubblica con rilievi e dati inconfutabili prima dell’inizio dei lavori per gli eventuali parcheggi.
- occorre rivalutare se il progetto di utilizzo alternativo con la possibile trasformazione in metropolitana leggera delle linee ferroviarie che da Asti si dipartono in tutte le principali direttrici sia realizzabile o se convenga porre allo studio altre forme di trasporto pubblico con mezzi non inquinanti.
- riorganizzare i parcheggi esistenti per agevolare l’accesso alla ZTL e alla zona pedonale, raggiungibili dalle via ciclabili e dai bus o nei pressi della “metropolitana leggera”, qualora questa ipotesi trovasse positiva soluzione.

POLITICHE ENERGETICHE
Il Comune di Asti è stato uno dei primi comuni a dotarsi, nel 2004, di un Piano Energetico, quello della Provincia è arrivato 4 anni dopo. Sulla scorta di quel Piano sono state avviate iniziative che hanno posto la nostra città all’avanguardia a livello nazionale e in grado di partecipare a progetti di partenariato a livello europeo. Iniziative che hanno subito un rallentamento, se non un vero e proprio stop, e che vanno aggiornate e rilanciate. Bisogna avviare una campagna di incentivazione, con il coinvolgimento delle banche, in primo luogo la Cassa di Risparmio, per lo sviluppo del fotovoltaico domestico. Bisogna riprendere i progetti di autosufficienza energetica degli edifici comunali e la diffusione del solare termico. L’iniziativa di finanziare questi impianti aveva portato il Comune di Asti a primeggiare a livello nazionale nella speciale classifica dell’Ecosistema Urbano.

DOMANDA N° 2
Il progetto strategico riguarda anche il Piano Regolatore: Asti ne ha uno obsoleto in vigore dal 2000, che ipotizzava una città con oltre 127 mila abitanti a fronte dei poco più di 77 mila odierni. L'importante censimento realizzato dal Comune a seguito delle istanze del nostro Movimento Stop al Consumo di Territorio, ci dice che la popolazione cittadina è aumentata di poco più di 4 mila residenti negli ultimi 12 anni e che le abitazioni attualmente sfitte "palesi" (perchè il dato delle "seconde case" è molto elevato: sono oltre 6 mila) è pari a 1.786 alloggi vuoti; sarebbero in grado di garantire un tetto ad altri circa 4 mila residenti. D'altra parte il dato demografico storico è molto chiaro e lo ricordiamo noi: nel 1971 i residenti in Asti erano 76.151, un migliaio in più di oggi ...
Dunque domandiamo a tutti i candidati Sindaci se intendono, sempre nei primi 100 giorni del loro mandato, provvedere a una "moratoria" che interrompa il PRGC in vigore e avvii il percorso di formazione di un nuovo piano urbanistico generale.

BEPPE PASSARINO
Urbanistica e gestione del territorio: il governo del territorio è una delle questioni più importanti delle future amministrazioni, un territorio continuamente saccheggiato e devastato presenta presto o tardi il conto da pagare e Asti, insieme alla sua Provincia, dovrebbero averlo imparato non solo con l'alluvione del '94 o quella di novembre scorso, ma con i dissesti che si presentano ogni anno con l’arrivo delle precipitazioni primaverili e autunnali. Oggi più che mai ha senso dire “stop al consumo di suolo”.
La necessità del tavolo “Sistema Asti” con pianificazione partecipata per realizzare un progetto a lunga durata in questo ambito appare vitale a progettare il futuro  indispensabile.
È necessaria una moratoria che blocchi la disponibilità edificatoria del vigente Piano Regolatore Generale, 3.000.000 di metri cubi di cui la metà già realizzati o autorizzati. Verificare se  bloccare la realizzazione di nuove edificazioni, censire i reali bisogni della popolazione e l’offerta edilizia già presente sul territorio comunale. Nonostante la mostruosità della previsione del PRGC registriamo che: il settore edile è in crisi, perché gran parte di quanto realizzato in questi anni risulta invenduto, ovvero è stato consumato un mucchio di suolo che non  è andato a soddisfare esigenze abitative reali; l’edilizia residenziale pubblica è invece ferma al palo da molti anni e ai bisogni di abitazione delle classi meno abbienti si continua a dare risposte insufficienti: occorre prendere in considerazione l’acquisizione o l’utilizzo degli alloggi sfitti; bisogna dare risposte concrete a chi esprime la necessità primaria di avere un tetto sulla testa con iniziative incentivanti l’affitto a canoni agevolati ma anche con azioni coercitive verso chi mantiene sfitti gli alloggi (il riferimento è alle immobiliari e agli speculatori, non certo ai piccoli risparmiatori che hanno una seconda casa).
Gran parte del patrimonio edilizio comunale, segnatamente quello realizzato negli anni ’50 e ’60, andrebbe ristrutturato perché assolutamente inadeguato dal punto di vista energetico. 
Attraverso la pianificazione partecipata si verificherebbe anche se andrebbe, dunque, completamente ribaltata la politica urbanistica degli ultimi 20 anni. 
Criteri di sostenibilità ambientale nei progetti di manutenzione stradale per favorire il riflusso delle acque piovane e ridurre il rischio di allagamenti (esempio: Sustainable Urban Drainage Systems http://www.susdrain.org/delivering-suds/using-suds/background/sustainable-drainage.html).
Bisogna rilanciare il settore dell’edilizia con politiche mirate al recupero del patrimonio edilizio esistente, orientate al risparmio energetico, coinvolgendo attivamente il sistema del credito locale.  Recupero contenitori inutilizzati (pubblici e privati anche Banca d’Italia, ex Upim). Come esempio il riutilizzo del vecchio ospedale, dopo aver sollecitato le figure regionali di riferimento per chiudere il lato  economico e procedere solo tramite project financing: con l’abbattimento di tutte le parti realizzate in epoche successive e favorire la creazione di attività commerciali, del benessere,della ristorazione e ricettività di eccellenza 
Recupero di strutture esistenti e di proprietà comunale, prima di alienare, avviare il Tavolo Sistema Asti valutando l’importanza di mantenere aree con proprietà pubblica per attivare azioni di promozione sociale e lavorativa per soggetti svantaggiati. 
Aree protette: la Provincia di Asti continua a essere la cenerentola delle province piemontesi e italiane riguardo alla percentuale di territorio sottoposta a tutela.
Vanno riprese e rilanciate sia la proposta di riconoscimento dei Boschi di Valmanera come riserva naturale sia quella di creazione di un Parco Agricolo nell’anello verde che circonda la città. 

LAVORO
Idea guida: puntare sulle energie rinnovabili con la possibilità di utilizzare siti industriali dismessi o in via di dismissione e sugli interventi per favorire il risparmio energetico.
Cittadella dell’energia. Formazione e riqualificazione, polo di ricerca sui nuovi materiali. All’interno di questa struttura concorrere a far atterrare e decollare attività produttive legate alla produzione di energia da fonti rinnovabili e al risparmio energetico (dai pannelli fotovoltaici ai materiali per l’edilizia). Accanto all’attività produttiva vera e propria andranno sviluppati percorsi di formazione e di riqualificazione per lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. L’elemento decisivo però dovrà essere costituito dalla creazione di un polo di ricerca sui nuovi materiali per il risparmio energetico e per la produzione di energia.
È ancora possibile creare opportunità occupazionali sviluppando ulteriormente il sistema della raccolta differenziata e avviando nuovi processi di valorizzazione dei materiali raccolti, dalla lavorazione della plastica a quella del vetro, dal recupero e riassemblaggio dei materiali informatici all’ulteriore valorizzazione della raccolta dell’organico con la produzione di terricci per l’ortoflorovivaismo.
Favorire gli interventi necessari per arginare il dissesto idrogeologico e la manutenzione, attivando progetti di recupero del territorio. Promuovere l’efficientamento energetico.
Termino qui la mia presentazione di quanto contenuto nel programma con riferimento alla domande inviate. Spero di essere stato chiaro,  dichiaro che opereremo con il massimo della trasparenza ma soprattutto con una visione in cui ogni aspetto della salvaguardia ambientale sarà determinante per il futuro di Asti.

domenica 23 aprile 2017

Occorre cambiare marcia

Venerdì scorso ho partecipato ad un confronto con altri candidati a sindaco presso il teatro parrocchiale N.S. di Lourdes. La serata prevedeva anche le domande dal pubblico, una ,in particolare, mi ha colpito. Un’insegnante, in relazione alla presenza, sul territorio di Asti,  dei cittadini stranieri richiedenti  Protezione Internazionale (questa è la definizione corretta, per brevità chiameremo migranti), chiedeva se fosse dignitoso vederli tutto il giorno in giro per la città senza una meta a gruppi o singolarmente. In particolare, abitando nella zona Nord ,dove si trova insediato l’attendamento della Croce Rossa, rilevava lo stato attuale del parco adiacente, a causa dell’utilizzo delle aree verdi come campo di calcio ormai in uno stato degradato.  Senza peraltro, dico io, che il Comune e i cittadini che da sempre lo utilizzano, possano vedere da parte dell’Ente   a cui i migranti sono assegnati ,interventi di ripristino, o di divieto di utilizzo . Faceva presente, sostenuta anche da altre persone, che questa situazione, provoca, ormai  uno stato  di malessere diffuso in tutta la popolazione, arrivando a domandarsi quando finirà, preoccupata di vedere  un’invasione di persone, senza un progetto chiaro e pubblico da parte delle autorità, di come si svilupperà la situazione. Ed io, nonostante abbia fatto, precedentemente, un dibattito con alcune delle associazioni che si occupano della gestione dell’accoglienza con la presenza anche dell’assessore Vercelli, mi rendo conto che occorre trovare a tempi brevi una soluzione che vada oltre questa, ormai perenne, emergenza se non si vuole che il senso del sentirsi abbandonati e “non più padroni a casa propria” , provochi , non solo nei gesti, ma soprattutto nel modo di pensare : l’intolleranza e il rifiuto ad accettare  movimenti migratori provocati  dal non aver  saputo governare e valutato a livello internazionale, situazioni di vita inaccettabili in un mondo globalizzato e che spinge chi le vive a cercare, a tutti i costi, per sé, ma soprattutto per i loro figli una vita che, comunque vada, sarà migliore di quella vissuta dai loro genitori. Se non si è in grado di far conoscere alla popolazione: gli investimenti,  i dati, le azioni svolte nei confronti di queste persone, di spingere il governo a  presentare un progetto sulla  futura convivenza delle varie realtà, di rispondere a cosa succederà in futuro; se non si sa trovare per ciascuno dei migranti, oggi presenti,  un impegno quotidiano attivo che non porti alla apparente, ma in molti casi reale indolenza provocata da una completa inattività, coloro preposti a queste azioni non solo si sottrarranno ad un ruolo di loro responsabilità, ma si renderanno artefici del malessere e dell’ indignazione già presenti,  sempre più fomentate e strumentalizzate. La mancata  condivisione con la gente, della problematica, da parte dell’attuale Amministrazione,  rischia inoltre di eludere un impegno preso nei confronti dei cittadini.  Mi sembra poco corretto, generalizzare  sugli interessi economici e sulle capacità delle associazioni che si occupano dell’accoglienza. Il ruolo del Sindaco  deve  comunque essere rispettato e come tale ha diritto di pretendere trasparenza  da parte delle associazioni anche non dipendenti dal comune,  rendendo pubblici i bilanci. I numeri sono importanti: sul territorio cittadino dovrebbero essere presenti il  3/1000 dei  migranti quindi 235( a cui si può aggiungere una percentuale valutata dalla Prefettura) ,ad oggi ce ne sono 459 di cui 122 della CRI. L’ultimo esito della gara per l’affidamento del servizio di accoglienza  ha un importo di aggiudicazione di € 8.505.000. Cifre di  tale entità, generano  sicuramente perplessità e opposizione  a priori, quindi vorrei  non lasciare un  argomento ,di  così alto valore umano relegato ad un mero dibattito teorico, chiedo quindi di poter essere, come cittadino innanzitutto, chiamato ad un confronto per  decidere cosa e come programmare il futuro di queste persone  ad Asti.    Giuseppe Passarino

martedì 11 aprile 2017

Il Lunedì di Passarino - che futuro per Sanità e Casa di Riposo?

Approfondimenti su tematiche vissute ogni giorno

Proseguono i “LUNEDI’ DI PASSARINO”, incontri di approfondimento su tematiche vissute quotidianamente. L’obiettivo è sempre quello di mirare ad una partecipazione attiva delle persone, la tematica che si affronterà

LUNEDI’ 8 MAGGIO alle ore 21 

presso la CASA DEL POPOLO - Via Brofferio 129 sarà:

CHE FUTURO PER SANITA' E CASA DI RIPOSO

La mia presenza sarà unicamente quella di ascolto e di attivatore  per una riflessione pubblica sull’argomento. Verranno raccolti e condivisi, i contributi di medici, lavoratori della sanità e di cittadini.  L’individuazione dei punti critici, le richieste dell’utenza, la conoscenza dei dati,  si ritiene possano permettere di affrontare o riflettere successivamente sull’argomento con più sensibilità e competenza.



Giuseppe Passarino






Vi aspettiamo ai prossimi incontri 


il CALENDARIO dei prossimi incontri:

4 MAGGIO - Lavoro 
MUNICIPIO di Asti - Sala Platone (ex sala Consiliare)

8 MAGGIO - Sanità e Casa di Riposo
CASA DEL POPOLO Via Brofferio 129

15 MAGGIO - Protagonismo giovanile, creatività e nuove forme di imprenditorialità
FUORILUOGO Via Govone 15

22 MAGGIO - Promozione turistica, eventi, territorio         
ARCOSCENICO  via Scarampi 20

29 MAGGIO - Cultura: far vivere e pensare  le persone
SPAZIO KOR  ex chiesa S.Giuseppe , P.za San Giuseppe

5 GIUGNO - Sicurezza e tutela della persona
LUOGO DA DEFINIRSI

Asti, “Una cultura in Comune”: confronto tra i candidati sindaco

Quanto spazio per la cultura nei programmi elettorali dei candidati a sindaco?
Martedì 18 aprile alle 21 alla Biblioteca Astense Giorgio Faletti, in via Goltieri 3a, si terrà un incontro-confronto dal titolo  “Una cultura in Comune” che vedrà protagonisti i candidati sindaco alle prossime elezioni comunali.
Turismo in aumento con alte potenzialità di ulteriore crescita (Asti, nel 2016 ha segnato la migliore performance di settore in Piemonte); attese di miglioramento dell'economia nell'Astigiano e Monferrato strettamente legate allo sviluppo del turismo ed al suo “indotto” agroalimentare; accelerazione dello sviluppo di nuove iniziative, parallelamente al recupero di siti storici e antiche tradizioni (favorita dal riconoscimento Unesco di “Patrimonio dell'Umanità a paesaggi e opere dell'ingegno umano sul territorio astigiano): sono sufficienti queste tre considerazioni (tra le varie altre possibili) per delineare un panorama locale con ragionevoli prospettive di speranza nel futuro.
È chiaro d'altra parte come ognuno di questi punti sia legato, per vari percorsi, alla capacità di esprimere quella ricchezza immateriale di inestimabile valore chiamata Cultura. La città di Asti, per la sua antica rilevanza, sottolineata da splendidi monumenti che marcano come pietre miliari oltre 2000 anni di storia, è da secoli punto di riferimento culturale di una vasta area territoriale, oltre che di studi nazionali ed internazionali.
Questo ruolo va confermato e corroborato alla luce delle considerazioni iniziali, ricordando che la cultura è una condizione d'insieme e non una sequenza di conoscenze suddivise per settori.
Nel suo “Viaggio in Italia” Stendhal indica alberghi e ristoranti in subordine ai monumenti nei pressi dei quali si trovano o ai panorami sui quali si affacciano, quasi a sottolineare la necessità di conoscere gli uni per godere al meglio degli altri. Un modello certamente da tener presente.
In vista del passaggio di testimone al governo del Comune di Asti che posto e quanto spazio riservano alla cultura i candidati alla poltrona di sindaco nei rispettivi programmi? Si potrà scoprire durante l'incontro/confronto organizzato dalla Biblioteca Astense, in cui risponderanno alle domande del giornalista Vanni Cornero che condurrà il dibattito introdotto dalla Presidente della Biblioteca, Roberta Bellesini.
Saranno presenti Massimo Cerruti (Movimento 5 stelle), Angela Motta (Partito Democratico), Giuseppe Passarino (Lista civica #unitisipuò), Angela Quaglia (lista civica Cambi-Amo Asti), Maurizio Rasero (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, Rivoluzione cristiana, associazione ‘I giovani astigiani’,  lista Galvagno , Noi per Asti di Mariangela Cotto) e Biagio Riccio (Associazione Dalla parte degli astigiani).
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"Pronto a mettermi in gioco"

articolo del settimanale "Dentro la notizia"

I Lunedì di Passarino

Cominciano i "Lunedì di Passarino" e si parla di immigrazione. Cosa accade quando accogliamo definitivamente o non accogliamo un richiedente asilo? Qual è il dopo? Ascoltiamo e impariamo per fare proposte serie e realistiche. #cosedifuturo #sindacoperamico #unitisipuò






venerdì 7 aprile 2017

Progettiamo la città: I LUNEDI’ di PASSARINO

Approfondimenti su tematiche vissute ogni giorno

Dalla prossima settimana inizieranno i “LUNEDI’ DI PASSARINO”, approfondimenti su tematiche vissute quotidianamente. L’obiettivo è sempre quello di mirare ad una partecipazione attiva delle persone, la tematica che si affronterà

LUNEDI’ 10 APRILE alle ore 21 

presso il CIRCOLO SACRO CUORE (quartiere c.so Alba) sarà:

MIGRAZIONI DI MASSA L’ACCOGLIENZA AD ASTI E DOPO?

A raccontare le loro esperienze, in questo caso, saranno coloro che in prima persona operano nella nostra città sul fronte dell’accoglienza. La presenza di Passarino sarà unicamente quella di ascolto e di attivatore per una riflessione pubblica sull'argomento. Verranno raccolti i contributi sia degli operatori che dei cittadini e condivisi. La conoscenza dei punti critici, le richieste e gli eventuali elementi favorevoli si ritiene possano permettere di affrontare o riflettere successivamente sull'argomento con più’ sensibilità e conoscenza.

Giuseppe Passarino

martedì 4 aprile 2017

Zaini in spalla! La meta è lì, dopo la curva


Sabato 1 Aprile ha avuto luogo l’incontro di apertura della campagna elettorale e di stesura partecipata del programma elettorale della lista civica “Passarino un sindaco per amico”. Ci siamo trovati per  raccogliere temi, progetti, bi-sogni (cioè sogni al quadrato) tra cittadini,  abbiamo lavorato in 10 tavoli tematici. Abbiamo prodotto una grande ricchezza di contributi innovativi, abbiamo incominciato a sognare e progettare come desideriamo che questa nostra città sia tra 10-20 anni.

Qualsiasi processo di rafforzamento, trasformazione e sviluppo diventa realtà solo se lo sogniamo, costruiamo e realizziamo TUTTI INSIEME, ognuno nel suo settore, per la sua parte. I pensieri, i progetti e le indicazioni emerse nei tavoli tematici si uniscono a quelli che nelle prossime settimane raccoglieremo in tutti gli incontri di ascolto che si realizzeranno. Tutto questo materiale arricchisce il programma elettorale largo e inclusivo già realizzato e lo si potrà man mano ritrovare aggiornato sul sito www.passarino.it che lo staff ha allestito e sulla pagina Facebook che mi sostiene.

Al termine di questo incontro, come candidato sindaco, con le due liste che mi appoggiano sono pronto ad iniziare il mio impegno. Chiedo a coloro che non si sono ancora schierati  e si riconoscono nei valori che mi contraddistinguono, di camminare al mio fianco . Vuol dire avere la volontà di sentirsi liberi dai vincoli del potere celato e occulto che trasforma questa campagna elettorale più in un ”ricordare come eravamo” piuttosto che ammettere che la volontà politica di questo ultimo decennio, è dimostrato, non ha avuto minimamente una visione progettuale e futurista.

Rivolgendomi direttamente a chi potrebbe voler fare questa scelta, dico: "Tutti/e voi siete persone conosciute e stimate e la mia figura non  può che uscire rafforzata dal vostro appoggio. INSIEME potremo ribaltare questo vecchio modo di amministrare una città".

Alla domanda "ma chi te lo ha fatto fare?" non vi so dare una risposta, ma sono certo che lassù qualcuno mi ama e qui qualcuno mi vuole bene, condividendo le mie scelte a tal punto da sostenermi, perché come tanti hanno ricordato, abbiamo ancora un’altra occasione di lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato. ALLORA ZAINI IN SPALLA CHE LA META E’ LI’, DOPO LA CURVA.

Beppe Passarino

lunedì 3 aprile 2017

Realizziamo insieme l'Asti che verrà


Quando ritorniamo da un’altra città, anche italiana, la prima impressione che si avverte è che Asti sia immobile, ferma, bloccata.

Asti guarda al suo passato, gloriandosene. Asti tocca il suo presente, lamentandosene ma in nessun modo Asti  sogna e non costruisce il suo futuro. Così non c’è una visione della città tra 10/20 anni. Non c’è. 

Non ce l’ha nessuno e da nessuna parte. Nessuno pensa che si debba avere. Non si parla, non si discute del futuro di questa città. Questa città è così, è sempre stata così e sempre sarà così; ferma, immobile.

Noi accettiamo la sfida di pensare e realizzare la Asti che verrà: non quella progettata esclusivamente per i figli di qualcuno, neppure solamente quella pensata per i figli di tutti, ma anche e soprattutto quella che lasceremo ai figli che verranno.

Beppe Passarino