venerdì 28 aprile 2017

PER UNA CITTA’ SOLIDA

Il risultato dei primi incontri tematici della stesura partecipata del programma... siamo in attesa di sempre più spunti, idee e critiche, si tratta di un lavoro collettivo che diventa sempre più completo e importante man mano che aumenta la partecipazione attiva di più persone ed è a disposizione della collettività tutta...

LAVORO
Da posti di lavoro a creazione di lavoro
L’Italia negli ultimi 20 anni ha avuto un processo di trasformazione, da paese produttore è diventato un grande negozio a cielo aperto da nord a sud. Una lunga vetrina ininterrotta in cui sono venduti prodotti, perlopiù realizzati altrove. Le conseguenze sono evidenti: le fabbriche e le industrie vanno (o sono andate) via, sono nati grossi centri commerciali, sono spariti i negozietti, nei centri commerciali le persone sono sfruttate e ricattate, etc. L’Italia tutta si è impoverita. Le risorse sono andate via, a pagare i prodotti esteri venduti qui. Così il lavoro è cambiato. Non ci sono più che poche grandi industrie con molti lavoratori. Incomincia a frammentarsi l’occupazione in tante piccole realtà imprenditoriali, monodimensionali (partite iva) o comunque di piccole dimensioni. Ma ancora non siamo culturalmente pronti e da questo processo difficilmente si tornerà indietro.
Così occorre attrezzarsi ad un mondo del lavoro nuovo, diverso da prima. Occorre sviluppare cultura e servizi non più per la ricerca di lavoro (cioè di posti di lavoro, che tanto non ci sono), ma per la creazione del lavoro, per aiutare le persone a crearsi un lavoro…. E spazi ce ne sono moltissimi e sempre di più. Occorre solo cambiare l’ottica… da aspettare un posto di lavoro… a progettare e costruirsi il lavoro. Il mondo del lavoro che c’era prima non c’è più e non tornerà più indietro. Non importa se siamo d’accordo o no, ma questo è un dato di fatto. Quindi occorre pensare a questo nuovo sistema del lavoro e a come sostenerlo. La filiera agroalimentare ha dimostrato una maggiore capacità di reggere alla crisi, ma è illusorio pensare che questo settore possa garantire un significativo sviluppo occupazionale. Va ripensata un’idea forte intorno alla quale far crescere una nuova filiera produttiva. Al Paese e ad Asti servono nuove professioni che sappiano legare lo sviluppo al territorio
necessità del tavolo “PIANO STRATEGICO ASTI” con pianificazione partecipata per realizzare un progetto a lunga durata
Idea guida: puntare sulle energie rinnovabili con la possibilità di utilizzare siti industriali dismessi o in via di dismissione e sugli interventi per favorire il risparmio energetico.
Cittadella dell’energia. Formazione e riqualificazione, polo di ricerca sui nuovi materiali. All’interno di questa struttura concorrere a far atterrare e decollare attività produttive legate alla produzione di energia da fonti rinnovabili e al risparmio energetico (dai pannelli fotovoltaici ai materiali per l’edilizia). Accanto all’attività produttiva vera e propria andranno sviluppati percorsi di formazione e di riqualificazione per lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. L’elemento decisivo però dovrà essere costituito dalla creazione di un polo di ricerca sui nuovi materiali per il risparmio energetico e per la produzione di energia.
È ancora possibile creare opportunità occupazionali sviluppando ulteriormente il sistema della raccolta differenziata e avviando nuovi processi di valorizzazione dei materiali raccolti, dalla lavorazione della plastica a quella del vetro, dal recupero e riassemblaggio dei materiali informatici all’ulteriore valorizzazione della raccolta dell’organico con la produzione di terricci per l’ortoflorovivaismo.
Favorire gli interventi necessari per arginare il dissesto idrogeologico e la manutenzione attivando progetti di recupero del territorio. Promuovere l’efficientamento energetico. Tutte queste operazioni rispondono anche alla necessità di elaborare nuove proposte per intervenire sulla crisi nel settore edile presente sul nostro territorio
investire in nuove tecnologie e HiTec,
sostenere quelle attività artigianali e della piccola industria della meccanica di alta precisione e per l’enologia, individuando con gli stessi imprenditori possibili forme di sviluppo
creare nuove professioni, favorendo start-up anche per la ricerca di finanziamenti
studiare nuovi modelli di sviluppo per questo territorio, che creino nuove opportunità di formazione e lavoro come l’imprenditoria agricola anche per giovani in forme consorziate
Promuovere nei giovani le Botteghe artigianali (nell’Enofila) con il progetto “DAMMI UNA MANO”, spazi enogastronomci etnici nella zona della movida astigiana con il progetto “MANGIARE ETNICO”, favorendo e agevolando gli investimenti degli stessi proponenti (vedere capitolo: UN’IDEA SUL CIELO DI ASTI )
Il settore del turismo può offrire possibilità occupazionali di vario genere, ma principalmente in forma imprenditoriale singola o consociata, occorre in ogni caso una competenza eccellente  nello  specifico ambito individuato.
Una ottima conoscenza delle lingue straniere risulta determinante per coloro che vorrebbero cimentarsi in questo settore, la scuola può offrire opportunità, ma non sempre esistono corsi per giovani e adulti non più studenti, valutare se, come sta realizzando l’Utea, non si possano creare forme di insegnamento particolari grazie alla presenza sul nostro territorio di stranieri con predisposizione all’insegnamento, magari non riconosciuto, ma che rispondono alle esigenze di molte persone non disponibili a sostenere le spese di un corso legalmente riconosciuto.
Attivare processi di semplificazione, negli uffici comunali e non solo, dando tempi certi per le pratiche amministrative, di fornitura dei servizi e di facilitazione per i nuovi insediamenti e per le richieste di nuove attività
Attivare le reti di finanziamento previste portandone a conoscenza i possibili fruitori, per tentare con serietà e concretezza di innescare un volano di sviluppo locale

COMMERCIO
necessità del tavolo “PIANO STRATEGICO ASTI” con pianificazione partecipata per realizzare un progetto a lunga durata
verifica utilità di altri insediamenti della grande distribuzione
orari e giorni dei mercati in tutta la città da concordare, sviluppando la filiera del km 0
valorizzazione con specificità dei mercati p.za Catena e Statuto con vendita di prodotti enologici e interventi di risistemazione e arredo urbano
riprogettazione aree, vie e qualità dei mercatini di natale e dei mercati stagionali (vedere capitolo turismo)
favorire insediamenti anche temporanei nei locali commerciali sfitti nel centro storico con particolare attenzione alle fasce deboli con l’obiettivo della rivitalizzazione di queste aree  spazi da dare in gestione a diverse associazioni che offrano servizi alla comunità (esempio: asilo nido, doposcuola, attività relative al benessere  e al movimento, etc.) anche nelle strutture già esistenti, http://www.fhs.it/progetti/residenze/cenni-di-cambiamento/)
sviluppare interventi sul problema delle locazioni commerciali allo scopo di migliorare e caratterizzare con produzioni italiane il mix merceologico del centro storico;
riutilizzo del vecchio ospedale, previo tavolo di accordo e di sollecitazione alla Regione per avviare nuovi insediamenti sull’area dismessa, tramite project financing o altre forme di intervento che vedano i privati attirati  nell’investimento. Si ipotizza l’abbattimento di tutte le parti realizzate in epoche successive per favorire la creazione di attività commerciali di eccellenza con grandi marchi italiani e non ancora presenti sul nostro territorio, la possibilità di un’attività ricettiva di alta qualità con centro benessere, si ritiene che la struttura possa essere completamente messa a disposizione di privati, ritornando poi all’Ente proprietario dopo un numero di anni calcolato in base all’intervento strutturale realizzato
mercato coperto: inserimento enoteca (vini e vermouth caratteristica tipica della nostra zona), promuovere vendita cibo take-way, con spazio esterno predisposto con tavoli e sedie  periodo marzo /ottobre
mercato coperto: scelta condivisa sull’utilizzo dello spazio ex croce verde per poterne avviare le modalità di assegnazione in base all’attività indicata, dando priorità all’imprenditoria giovanile di persone residenti in Asti
mantenere attivo il tavolo con il turismo per sviluppare un’offerta mirata anche al benessere del visitatore e alle sue esigenze

AGRICOLTURA
promuovere imprenditoria agricola giovanile e associata sia orticola che frutticola
Area mercatale: far incontrare produttori/consumatori, Km 0 + intermediazione 0.
progetto di valorizzazione dell’”anello verde” intorno alla città   che individua precisi ambiti di intervento per ridare slancio all’attività agricola delle ventine (studio realizzato per conto del Comune di Asti dal Centro Studi sulla collina).
Il rilancio del settore agricolo deve passare anche dallo stop al consumo di suolo
Studiare ed attivare sinergie per rimuovere il veto relativo alla estensione della zona di produzione dell’Asti
All’interno delle collaborazioni con i nuovi organi nelle frazioni/ventine mappare le situazioni di degrado e di inattività agricola per incentivarne il riutilizzo anche con proposte di affidamento a cooperative sociali
Mantenimento delle aree boschive: tenuto conto dei molti appezzamenti a bosco lasciati all’incuria, verificare la fattibilità di interventi tramite nuove forme di imprenditoria che possano concordare possibilità di intervento con le proprietà e con l’Amministrazione come sistema di  collegamento tra proprietari e tagliaboschi
Aziende vinicole esistenti: pur coscienti che il numero dei produttori locali è ridotto, occorre promuovere queste realtà  mettendole in rete, sviluppando forme di collaborazione per l’utilizzo dei loro prodotti per omaggi e rinfreschi
Avviare collaborazioni con scuola alberghiera, sommelier e assaggiatori di vino per valorizzazione delle rispettive competenze e promozione tramite iniziative dell’Amministrazione Informare sui corsi organizzati per sommelier e assaggiatori di vino

SALUTE
Sanità: i cittadini rilevano quotidianamente le gravi carenze della sanità. La figura del Sindaco, soprattutto del Comune Capoluogo, riveste grande importanza e capacità di intervento, stabilita dalla legge, sulle questioni della sanità. Possibilità di intervento non solo consultiva ma anche propositiva verso la Regione. Asti e il suo territorio hanno pagato un prezzo considerevole alle politiche di risanamento portate avanti dalla Regione dopo il dissesto economico della Giunta leghista Cota (3 Assessori che si sono avvicendati nella funzione regionale più importante). Oggi per Asti non sono più possibili politiche di riduzione dei servizi offerti. Il nostro territorio provinciale presenta un solo Ospedale, il Massaia, dopo che l’Ospedale di Nizza è stato ridimensionato a Presidio territoriale con l’eliminazione di posti letto per acuti. Quindi una riduzione di posti letto che si riverbera su Asti che, a livello regionale, presenta l’indice popolazione/posti letto più bassa del Piemonte.
Per intasare meno l’Ospedale occorre portare i servizi a casa di chi ha bisogno e non fare confluire tutto sull’Ospedale con il rischio di ridurre la qualità dei servizi. Quindi il Sindaco si impegnerà per avere più servizi decentrati, per avere più assistenza infermieristica domiciliare, per avere più cure palliative e contro il dolore per i malati oncologici, per avere più servizi a domicilio. Se le famiglie sono ben supportate non scaricano i pazienti all’Ospedale determinando intasamento del Pronto Soccorso e lunghe occupazioni di posti letto con grave incremento dei costi. A questo obiettivo di decentramento può concorrere quella cooperazione sociale e quell’Associazionismo sussidiarie ad una socialità diffusa e concreta presenti nella nostra città.
Da anni il Pronto Soccorso del Massaia si dibatte in problemi di sovraffollamento. Tale sovraffollamento deriva, in particolare, da tre cause: l’invecchiamento della popolazione, la mancanza di posti letto al Massaia (ulteriormente ridotti dalla trasformazione di Nizza persi 40 e recuperati su Asti 12), la necessità di avere più distrettualizzazione sui territori. In tal senso le nostre proposte sono chiare. Occorre però un salto di qualità per il nostro P.S. per essere rispettosi della dignità delle persone che vi arrivano, in particolare nel periodo di massimo afflusso (mesi invernali), verificando se la  gestione dei codici di urgenza in accesso e messa in atto funzioni; i flussi devono essere distinti: quelli meno urgenti devono avere una diversa risposta e devono anche avere “una logistica” (ristrutturazione dei locali) diversi. Tale separazione dei percorsi potrebbe snellire flussi e modalità di accesso. In ogni caso La situazione del P.S. non potrà migliorare,come indicato,soprattutto nei periodi di massimo affollamento, se la gestione dei posti letto nei reparti (accettazione/dimissioni) non terrà conto delle difficoltà del Pronto Soccorso.
CASA DI RIPOSO CITTA’ DI ASTI: occorre capire se, effettivamente l’inversione di tendenza sul grave indebitamento denunciato poco tempo fa stia rientrando. Vogliamo poi una garanzia concreta da Asl Asti e Regione sulla convenzione relativa ai posti di lungo degenza predisposti con ristrutturazione dalla Casa di Risposo e sotto utilizzati, per mancato invio dei pazienti dalla Asl, determinando, in tal modo, una delle cause di indebitamento. La Casa di riposo deve poi essere potenziata sia dal punto medico sia dal punto di vista infermieristico per evitare che i degenti siano scaricati con troppa facilità al Pronto Soccorso del Massaia. Si propone inoltre di avviare quel progetto già intrapreso in precedenza di realizzare mini alloggi, in affitto, per anziani autosufficienti

CASA
La drammaticità della crisi che stiamo attraversando la si legge anche nel numero crescente di cittadini che si rivolgono ai servizi sociali e alla Caritas. L’aspetto mediaticamente più evidente di questa crisi è rappresentato dall’emergenza abitativa, grazie anche all’attivismo dei volontari che da anni seguono nella nostra città questo problema.
Deve avviarsi un piano per acquisire alla disponibilità dell’amministrazione comunale un parco alloggi, pubblici e privati, in grado di rispondere alle emergenze, a patto che non si ricorra a nuove costruzioni. La città non può permettersi altro consumo di territorio risultano in città circa 2000 alloggi sfitti. Nello stesso tempo, debba essere costituito un fondo di rotazione attraverso un progetto da realizzarsi tra amministrazione,Istituti Bancari e fondazioni, che aiuti le famiglie in difficoltà a onorare l’affitto di casa.
Incoraggiare l’inclusione sociale attraverso le scelte urbanistiche. Ad esempio riqualificare edifici in disuso per offrire un mix di alloggi di edilizia popolare, a canone calmierato e a canone di mercato. Sarebbe interessante coinvolgere la Fondazione Housing Sociale per aver idee e spunti di riflessione (http://www.fhs.it/)  con il Fondo Abitare Sostenibile Piemonte
Deve essere realizzato un pacchetto di servizi ad accesso gratuito per le persone in difficoltà economica, una sorta di reddito di cittadinanza che consenta a tutti di fare e sentirsi parte della comunità come descritto nelle premesse a questo programma.
La politica del Comune per i Servizi Sociali deve tener conto dei problemi quotidiani e non solo delle emergenze. I minori, i disabili, gli anziani soli, gli immigrati precari esistono tutti i giorni e hanno bisogno di supporto per sopravvivere e per non trovarsi a spostare il problema dell’aiuto sociale a un problema sanitario, finendo per trovare ascolto, comunque insufficiente, solo quando, a causa della propria condizione disagiata, diventano ammalati. Occorre un censimento del disagio sociale e un progetto di aiuto mirato ai bisogni effettivi delle persone in difficoltà
Valutare il problema delle occupazioni e delle tensioni che si creano con la collettività, l’Amministrazione deve fare opera di mediazione e intervenire con le proprietà pubbliche o private mantenendo nei confronti degli occupanti rispetto per le situazioni sociali e di emergenza che si trovano a vivere
Avviare un progetto per la realizzazione di strutture abitative adeguate per persone disabili, anziani autosufficienti, inserite in un contesto di vita quotidiana con spazi comuni e famiglie giovani (vedere nel dettaglio il progetto “hai bisogno? ”) con il possibile riutilizzo della ex- maternità in alternativa allo spostamento, se inserito in un progetto sull’edilizia scolastica prevista dal tavolo “PIANO STRATEGICO ASTI” dell’ISTITUTO CASTIGLIANO e dell’ISTITUTO D’ARTE in quella struttura

SITUAZIONI DI EMERGENZA
Eventi calamitosi: dotarsi dei sistemi di comunicazione con aggiornamenti periodici già avviati in precedenza per informazioni alla popolazione
Eventi calamitosi: sensibilizzare le scuole alle prove di emergenza con cadenza periodica e avviare iniziative in base alle varie fasi di età per far crescere la capacità di affrontare situazioni particolari
Eventi calamitosi: fornire alla popolazione annualmente in abbinamento alla consegna di comunicazioni le planimetrie del piano sulle emergenze
Eventi calamitosi: avviare con ASP uno studio sulle azioni da intraprendere in situazioni di emergenza
Eventi calamitosi; proseguire con le associazioni di volontariato del settore nell’opera di sensibilizzazione alle tematiche sull’emergenza con campi estivi per bambini e ragazzi in collaborazione con VVFF e altre associazioni che si occupano di attività educative
Sgombero neve: predisporre con ASP un nuovo piano neve gestito dalla partecipata con maggiore utilizzo di mezzi e personale sia quello utilizzato per la pulizia delle strade che incaricato per l’occasione

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